Ce texte a déjà paru dans A. Caputo & M. Bracco, Nietzsche e la poesia, Bari, Stilo Editrice, 2012, p. 75-115. Nous remercions Michele Bracco de nous l’avoir adressé.
Il tema della poesia e del ritmo impegna Nietzsche fin dai primi anni della sua carriera di filologo. Risalgono al semestre invernale 1875-1876 alcune lezioni tenute all’università di Basilea sulla storia della letteratura greca nelle quali l’origine della poesia viene spiegata a partire dalla sua relazione col ritmo, considerato come qualcosa che agisce ≪nel discorso≫ dal di dentro (in die Rede gedrungen), una ≪potenza≫ (Gewalt) che ≪dà agli atomi della frase un nuovo ordine≫ (die Atome des Satzes neu ordnet), ≪comanda la scelta delle parole≫ (die Worte wählen heißt), ≪dà un colore al pensiero≫ (den Gedanken färbt) e, soprattutto, possiede una forza magica in grado di piegare la volontà degli esseri umani, nonché quella degli dèi. Di fronte a essa l’uomo più eccitabile diventa anche il più vulnerabile, in quanto si lascia irretire da una forza che provoca in lui una ≪disposizione cieca≫ (ein blindes Einstimmen) ad accordarsi e ad andare a passo con ciò che è ordinato secondo una misura ritmica.