Giuliana Di Febo-Severo, « Le projet triennal « Rythmes » (2023-2026) » Carnet de recherche ERjIS, 2025.
Il secondo ciclo di seminari dell’Équipe de Recherche Jeunes Italianistes Sorbonne (ERjIS) intende indagare la nozione di « ritmo » in un ventaglio di declinazioni teoriche, tematiche e formali, attraverso un taglio transdisciplinare che sappia ibridare lo studio della letteratura italiana a quello delle altre arti, in chiave filologica, teorica e comparata.
La nostra riflessione non intende limitarsi a un approccio stilistico e formale, ma analizzare il ritmo in quanto « forma di vita », funzione di messa in forma del mondo : strumento (metaforico e non) di organizzazione della rappresentazione del reale. Benveniste (1966), a livello etimologico, definisce il ritmo come « la forme dans l’instant qu’elle est assurée par ce qui est mobile, fluide, la forme de ce qui n’as pas consistance organique […] c’est la forme improvisée, momentanée, modifiable ». Dunque, nonostante la cultura occidentale leghi tradizionalmente il ritmo alle nozioni di tempo e regolarità, la sua etimologia ne testimonia il legame col concetto di forma, ovvero con una prospettiva tanto spaziale quanto temporale. Il ritmo non è una struttura ricorsiva sempre uguale a se stessa, ma è composto da fratture interne, dinamiche, continuamente modificabili. Queste direttrici ci offrono le basi per farne la chiave del superamento di dualismi che oppongono oggettivo a soggettivo, stasi a movimento, storia a letteratura, forma a politica, tempo naturale a tempo umano.
A livello stilistico e narratologico, si intende indagare il ritmo in quanto legame tra stile e storia, legato a effetti ritmici di accelerazione e rallentamento resi da una sintassi che gioca con cesure, montaggi, punteggiatura e tempi verbali (a partire dalla lezione dell’Éducation sentimentale di Flaubert). Saremo particolarmente interessati ai rapporti tra rappresentazione temporale e realismo, ovvero alla mimesis come articolazione temporale e logica degli eventi nel tempo (Aristotele, Poetica), e al suo progressivo deterioriamento. Difatti, seguendo Kermode (1967), possiamo analizzare i romanzi e le finzioni come modelli narrativi del tempo.
Particolare spazio verrà dato ai seguenti assi di ricerca :
In poesia, la funzione « ritmo » si rivela particolarmente prolifica nelle sue molteplici declinazioni : non solo nell’ambito della storia delle forme (Giovannetti-Lavezzi 2020), ma anche in quello delle trasformazioni antropologiche e sociologiche (Meschonnic 1982 ; Mazzoni 2015) che si innestano nella storia delle rappresentazioni, e che si possono esprimere nel rapporto fra la mimesi e lo scarto da essa, nelle possibilità che si danno in un dato momento storico di inglobare porzioni di realtà. Il ritmo appare anche legato alla metrica in una prospettiva dialettica tra forma e contenuto, che non risulta sempre coerente o armoniosa, specialmente nella poesia contemporanea. Il rapporto tra metro e ritmo funge da specola da cui poter interpretare il testo, illuminando l’enunciazione poetica in maniera inedita. Un altro aspetto che ci interessa indagare è l’alternanza del testo in poesia con il testo in prosa – quindi le nuove forme di poesia in prosa o di prosa in prosa – o « espansa » attraverso altri media (a esempio le immagini) o altre forme di scrittura (poesia asemica, calligrammi). Questioni legate al ritmo emergono anche riguardo al poema epico-cavalleresco, che nel Rinascimento circolava nella forma scritta attraverso la stampa ma anche attraverso il canale dell’oralità, con la lettura ad alta voce dei canterini : per questo genere, la forma poetica dell’ottava rima è al servizio della narrazione e le diverse forme di ritmo con cui si sceglie di costruire la scrittura impattano sulla storia, sull’intreccio, sull’alternarsi di voci, aggiungendo complessità al discorso.
Nel romanzo, il ritmo si può intendere a livello strutturalista. Difatti per Genette la velocità del racconto è definita dal rapporto tra la durata della storia, misurata in secondi, minuti, ore, giorni, e la lunghezza del testo, misurata in righe e pagine. Di conseguenza, non essendoci una vera possibilità di intreccio isocrono, c’è sempre asincronia, ovvero effetti di ritmo. Per esempio, per Genette il “ritmo fondamentale” del romanzo ottocentesco è costituito dall’alternanza tra scena e sommario.
Le teorie strutturaliste sul ritmo si possono applicare al cinema, analizzando il montaggio come alternanza ritmica tra piani e sequenze. Si pensi al contrasto ritmico programmatico del cinema del neorealismo o della nouvelle vague, rispetto al cinema classico hollywoodiano (prevalenza di “tempi morti” e di piani sequenza).
Nel teatro e nella danza, il ritmo è un elemento cruciale : dal tempo scenico delle battute dei personaggi, alla trasposizione in balletto dei testi letterari, il ritmo accompagna la narrazione e la scansione delle sequenze. Ci interesseremo quindi ai dispositivi di trasposizione della letteratura in parola scenica e gesto (un aspetto in comune con la poesia orale).
Il ritmo è anche alla base della traduzione letteraria, tanto in prosa quanto in poesia. L’attenzione al ritmo del testo di partenza, ovvero alla relazione fonetica e morfologica dell’articolazione linguistica, si è rivelato infatti essere l’elemento formale che ha permesso negli ultimi anni ai translation studies di superare une concezione dicotomica della traduzione in quanto assimilante o straniante rispetto alla lingua e al contesto di arrivo (Bassnett, 2002). L’attenzione alla riproduzione del ritmo del testo di partenza permette infatti di superare la stretta corrispondenza lessicale ricercata dalla scienza della traduzione (Jakobson, 1963), verso una nuova attenzione concessa al movimento del linguaggio, ovvero alla traduzione come trapianto non solo linguistico, ma anche sociale, culturale, politico.
In filologia,la nozione di ritmo permette di considerare il testo letterario nei suoi aspetti di pluralità e complessità. In particolare, lo studio del testo nel suo sviluppo cronologico secondo le categorie della critica genetica decostruisce una concezione statica del testo letterario. Analizzando gli avantesti (genesi pre-editoriale) o le diverse edizioni a stampa (genesi post-editoriale) di una o più opere in ottica comparatistica, è infatti possibile mettere in evidenza il sistema delle varianti. In questo modo, il testo letterario si rivela « un système en transformation […], un processus ouvert » (Vachon, 1976, p. 76), manifestando nel suo sviluppo cronologico un ritmo plurale e instabile che sfida le tradizionali modalità di fruizione del testo.
Più in generale, in quanto forma umana data al mondo, si può intendere il ritmo anche come complesso di ordinamenti storici, sociali e antropologici attraverso cui il potere organizza la vita dell’essere umano. Si pensi in particolare ai ritmi delle fabbriche ottocentesche e ai loro influssi sulla vita degli operai (Charlie Chaplin, Tempi moderni). Saremo dunque interessati a tutte quelle espressioni artistiche che si fondano sulla critica del ritmo del lavoro capitalista. Si pensi, nel campo della musica, alla Detroit Techno, che intreccia studio del ritmo a rivendicazioni decoloniali e intersezionali.
Il ritmo può inoltre intendersi come scansione del tempo irregolare nella storia, ad esempio nei processi rivoluzionari : inteso come successione di eventi e cambiamenti, può riflettere le tensioni e le dinamiche sociali, politiche ed economiche che caratterizzano le rivoluzioni. Attraverso l’analisi di momenti storici significativi, emerge un modello di discontinuità temporale, in cui le accelerazioni e le pause nel corso degli eventi rivelano le complessità e le contraddizioni insite nei processi di trasformazione collettiva. Questo sguardo, storico-politico, invita a riflettere sulla non linearità dei processi di trasformazione che spesso rappresentano nella storia andamenti differenti : dal moto spontaneo al lungo processo di costruzione di un rovesciamento politico, contrario al fatalismo, segnato da un lavorio culturale e politico intenso (Antonio Gramsci, Socialismo e Cultura).
Essendo una forma e struttura umana naturalizzata nelle società, lo studio del ritmo gioca anche sul crinale tra natura e cultura (Philippe Descola, Par-delà nature et culture). Ci chiederemmo quindi se sia possibile identificare un ritmo dell’uomo e un ritmo della natura, classificare diverse società umane in base ai modelli temporali in cui è stato inscritto l’ambiente. La riflessione sull’Antropocene risulta a tal proposito particolarmente interessante, così come sulle differenze tra ritmo dell’umano, del postumano e del non-umano.
Nella pedagogia, il ritmo d’apprendimento può essere differentemente scandito in base ai diversi approcci. Ne sono un esempio le varie teorie della glottodidattica, in cui periodi di silenzio e di fonazione, o l’apprendimento non classico delle strutture grammaticali, possono influenzare la velocità e la capacità di apprendimento delle lingue.
Tali piste sono indicative : lo scopo del seminario sarà proprio quello di mettere in luce la nozione pluriprospettica e transdisciplinare di « ritmo », in vista del convegno internazionale previsto a giugno 2026, che arricchirà ulteriormente la mappa concettuale delineata.
Bibliografia indicativa :
Aristotele, La poetica, Rizzoli, Segrate, 1987.
Bassnett, Susan, Translation Studies, Routledge, London-New York, 2002.
Benjamin, Walter, Übereinige Motive bei Baudelaire (1939) ; trad. it. Di alcuni motivi in Baudelaire, in Id., Angelus novus. Saggi e frammenti, Einaudi, Torino, 2014, pp. 89-130.
Benveniste, Emile, « La notion de rythme », in Problèmes de linguistique générale, Gallimard, Paris, 1976.
Céline, Louis-Ferdinand, Voyage au bout de la nuit, Gallimard, Paris, 1932.
Colangelo, Stefano e Lorenzini, Niva, Poesia e storia, Mondadori, Milano, 2013.
Colangelo, Stefano, Metrica come composizione, Gedit, Bologna, 2002.
Cortellessa, Andrea, Expanded Poetry : Otto Iconopoemi 2006-2018, California Italian Studies, 8 http://escholarship.org/uc/item/9726v2fz (ultimo accesso 24/09/2024)
Dal Bianco, Stefano, L’endecasillabo del Furioso, Pacini editore, Pisa, 2007.
Degl’Innocenti, Luca, Al suon di questa cetra : ricerche sulla poesia orale nel Rinascimento, Società editrice Fiorentina, Firenze, 2016.
Descola, Philippe, Par-delà nature et culture, Gallimard, Paris, 2005.
Evil, Pierre, « Detroit Sampler. 100 ans de musique dans la Motor City », Le mot et le reste, Marseille, 2023.
Genette, Gérard, Silences de Flaubert, in Id., Figures, I, Paris, 1966.
Ginzburg, Carlo, Decifrare uno spazio bianco, in Rapporti di forza. Storia, retorica, prova, Feltrinelli, Milano, 2000, pp. 109-126.
Giovannetti, Paolo, Modi della poesia italiana contemporanea, Carocci, Roma, 2005.
Giovannetti, Paolo – Lavezzi, Gianfranca, La metrica italiana contemporanea, Carocci, Roma, 2020.
Gramsci, Antonio, « Questioni di metodo », in Id., Quaderni dal carcere, 4 voll., Einaudi, Torino, 2014.
Gramsci, Antonio, « Socialismo e Cultura », in « Il Grido del Popolo », 29 gennaio 1916.
Jakobson, Roman, Essais de linguistique générale, Les Editions de Minuit, Paris, 1963.
Kermode, Frank, The Sense of an Ending, Oxford University Press, 1967.
Krashen, Stephen, Principles and Practice In Second Language Acquisition, Pergamon Press, Oxford, 1982.
Mazzoni, Guido, Sulla poesia moderna, Il Mulino, Bologna, 2005.
Meschonnic, Henri, Critique du rythme. Antropologie historique du langage, Verdier, Lagrasse, 1982.
Montandon, Alain, Iconotextes, Paris, Ophrys, 1990.
Pierazzo, Elena, « Il testo è morto : lunga vita ai testi. Pluralismo testuale e edizioni digitali », in « Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria », n. 3, 2018, pp. 321-344. What is authorial philology ? a cura di ITALIAPaola e RABONI, Giulia, Cambridge, Lightning Surce for Open Book Publishers, 2021, pp. 1-22.
Praloran, Marco, Tempo e azione nell’Orlando Furioso, Olschki, Firenze, 1999.
Praloran, Marco, Metro e ritmo nella poesia italiana, Sismel Edizioni del Galluzzo, Roma, 2011.
Proust, Marcel, « À propos du “style” de Flaubert », in Nouvelle Revue Française, gennaio 1920 ; trad. it. « A proposito dello “stile” di Flaubert », in Scritti mondani e letterari, Einaudi, Torino, 1984, pp. 538-552.
Samoyault, Typhaine, Traduction et violence, Seuil, Paris, 2020.
Scotto, Fabio, Il senso del suono. Traduzione poetica e ritmo, Donzelli, Roma, 2013.
Schivelbusch, Wolfgang, Geschichte de rEisenbahnreise : Zur Industrialisierung von Raum und Zeit im 19. Jahrhundert (1977) ; trad. it. Storia dei viaggi in ferrovia, Einaudi, Torino, 1988.
Segre, Cesare, « Critique des variantes et critique génétiqu »e, in « Genesis », n. 7, vol. 1, 1995,p. 29–45.
Simmel, Georg, Die Großstädte und das Geistesleben (1903) ; trad. it. « Le metropoli e la vita dello spirito », in Id., Stile moderno. Saggi di estetica sociale, Einaudi, Torino, 2020 : pp. 402-417.
Vachon, Stéphane, Les enseignements des manuscrits d’Honoré de Balzac. De la variation contre la variante, in « Genesis », n. 11, vol. 1, 1997, p. 61–80.

