G. Fedrigo, Idiorritmie, Verona, QuiEdit, 2014, 408 p.
- “Chiamo fantasma un ritorno di desideri, d’immagini, che vagano, che si cercano in voi, talvolta per tutta una vita, e spesso non cristallizzano che attraverso una parola”.
Il fantasma esplorato da Roland Barthes nel suo primo corso tenuto al Collège de France (1977) è una possibilità del Vivere-Insieme : “non è il vivere-a-due, non è il discorso simil-coniugale, che seguirebbe – per miracolo – al Discorso amoroso. [È] un fantasma di vita, di regime, di genere di vita, diaita, dieta. Né duale, né plurale (collettivo). Qualche cosa come una solitudine interrotta in modo regolare : il paradosso, la contraddizione, l’aporia di una messa in comune delle distanze – l’utopia di un socialismo delle distanze”.
Nella parola idiorritmia, tratta dal vocabolario dell’esperienza religiosa dei monaci del Monte Athos, Barthes trova ciò che finalmente farà cristallizzare il suo fantasma come Vivere-Insieme. Lontana dalle forme gregarie e dallo stile di vita eremitico, l’idiorritmia è “forma mediana, utopica, edenica, idilliaca” del Vivere-Insieme. Allora perché non mettersi sui suoi passi ? Perché non esplorare questa “utopia domestica” ? Perché non cominciare ad assaporare il gusto della parola idiorritmia come possibile stile del Vivere-Insieme ?
- Gabriele Fedrigo è membro dell’équipe “Paul Valéry” (I.T.E.M. – C.N.R.S. Paris). Fra le sue pubblicazioni : “Che cosa può un uomo ?” Potenzialità biologica, selezione naturale e cervello da Paul Valéry a Gerald M. Edelman (2005) ; Gladiator, l’atleta del possibile. Valéry e lo « sport della mente » (2007).