M. Mareggi, Ritmi urbani

Article publié le 13 septembre 2013
Pour citer cet article : , « M. Mareggi, Ritmi urbani  », Rhuthmos, 13 septembre 2013 [en ligne]. https://www.rhuthmos.eu/spip.php?article970

M. Mareggi, Ritmi urbani, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2011, 220 p.

 I ritmi di una città e i modi nei quali le pratiche sociali e i caratteri originari si incontrano sono il fulcro del racconto e della rappresentazione di tre esperienze di descrizione di territori della regione urbana milanese (Lodi, Gallarate e Paderno Dugnano) con uno sguardo insieme spaziale e temporale. Le chiavi di accesso utilizzate per questa interpretazione densa della città contemporanea rimandano agli orari di lavoro, ai tempi obbligati e ai tempi scelti, ai nuovi stili di vita e di consumo, alle popolazioni, al quotidiano, all’abitare mobile, per giungere ai possibili elementi della partitura dei ritmi urbani. Due sono le ragioni di un ripensamento e di una riproposizione di queste che sono insieme « descrizioni di territori » e « descrizioni per un progetto ». Da un lato, mettere a disposizione materiali per « aggiornare » le analisi preliminari degli strumenti di governo del territorio e le fasi progettuali dei progetti urbani. Dall’altro lato, segnare una stagione di declino dell’agire per micro-azioni locali delle politiche temporali urbane e rilanciare un potenziale di comprensione e interpretazione di problemi irrisolti dell’abitare contemporaneo, attraverso i ritmi urbani. (Marco Mareggi)

 Parlare di ritmi rimanda in prima istanza alla musica e nello specifico alla relazione che intercorre tra suoni e loro durata che, se in una visione classica alludeva ad un universo armonico e ordinato, « oggi [...] tende a considerare che il ritmo rappresenti un fecondo punto di accumulo di elementi contradditori : quantità e qualità, struttura e soggettività, ripetizione e differenza. Nell’espressione musicale moderna, in particolare, il ritmo non è più considerato una ripetizione ordinata, ma piuttosto un “disordine capace di instaurare un ordine proprio” » [Gasparini 2009, 92]. Il ritmo così considerato ci consente di trovare concordanze, dossonanze e conflitti tra i fenomeni più diversi, in quanto elemento di stabilità dinamica. [...] Così la sensibilità ai ritmi, traslata nell’ambito di un’operazione di descrizione urbana e territoriale, mi sembra metta in campo una modalità confacente alla contemporaneità, per la quale siamo alla ricerca di strumenti di comprensione. (Marco Mareggi)

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